I migliori numeri di maglia in NFL (2024)

I migliori numeri di maglia in NFL (1)

Questo è un sito - pur non essendolo - nato per rispondere a domande scomode, togliere dubbi e regalare chiarezza a chiunque decida di cliccare sopra qualsivoglia link che conduca a queste pagine.
No, al termine di questo articolo non avrete modo di stabilire con certezza matematica che sia effettivamente nata prima la gallina dell’uovo, ma posso promettere che vi semplificherò notevolmente la vita nella benaugurata eventualità nella quale doveste trovarvi costretti a scegliere un numero di maglia dopo essere stati selezionati al draft NFL.
Prima, però, un po’ di metodologia.

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Per valutare il successo di un determinato numero mi servirò dell’approximate value - a cui durante il resto dell’articolo farò riferimento tramite la sigla AV -, un metodo di valutazione introdotto da Pro Football Reference nel tentativo di pesare oggettivamente il valore di una determinata stagione.
Per esempio, l’AV più alto mai fatto registrare al termine di una stagione è il 26 del mitologico 2006 di LaDainian Tomlinson, anno in cui riscrisse la storia del gioco mettendo a segno il maggior numero di rushing touchdown - 28 - e di touchdown totali - 31 - in una singola stagione.

Al secondo posto troviamo appaiati a 25 il 1999 di Marshall Faulk, o se preferite l’anno delle milleeppassa yard sia su corsa che su ricezione, il 2019 di Lamar Jackson e il 1975 di O.J. Simpson. Subito dopo il 2020 di Aaron Donald e, poco distante, il 2007 di Tom Brady.
Tutto questo per dirvi che sì, a quanto pare questo AV tende a premiare le stagioni veramente speciali, anche se a mio avviso in media “sopravvaluta” quelle dei quarterback - in quanto pure lui rassegnatamente consapevole del proprio stato di inquilino nel mondo dei quarterback …

…tranne nel 2023 quando gli AV più alti sono stati quelli di CeeDee Lamb e Myles Garrett (20), entrambi un punticino sopra a Lamar Jackson e Dak Prescott, l’eventuale MVP e il suo concorrente più serio. Uno si portò a casa l’Offensive Player of the Year, l’altro il Defensive, quindi sì, questo 20 ha naturalmente senso.
Ricordate quando a dicembre gridavamo allo scandalo per l’apparente obbligo morale degli elettori di consegnare l’MVP ai quarterback finendo così per trasformarlo a tutti gli effetti nel premio di miglior quarterback dell’anno?

Ora che abbiamo conferito un minimo di legittimità all’AV, datemi qualche riga per spiegarvi il lavoro dietro la classifica che state per leggere.
Sempre su Pro Football Reference - il sito a cui si iscrive il vero appassionato di football (in un pacchetto con matiofubol) - sono andato, numero per numero, a guardare i dieci giocatori con i career AV - la somma aritmetica dell’AV di ogni singola stagione da loro giocata - più alti, per poi sommarli.
Il “miglior numero di maglia in NFL” altro non è che il risultato più grande della somma appena descritta, ossia quella dei migliori dieci giocatori - secondo l’AV - ad aver mai indossato ogni singolo numero di maglia.

Mi sono sentito costretto a escludere lo 0, numero vietato dalla NFL dal 1973 al 2023, anno in cui fu reintrodotto per essere indossato dai vari Roquan Smith, Calvin Ridley e D’Andre Swift.
Ora però scendiamo nel dettaglio.

Decima posizione ex aequo: numero 9 (1190 AV totale)

I migliori numeri 9: Drew Brees (277); Matthew Stafford (168); Sonny Jurgensen (136); Steve McNair (125); Tony Romo (115); Tommy Kramer (84); Carson Palmer (75); Jim McMahon (71); David Garrard (70); Shane Lechler (69).

Partiamo con un bel numero da quarterback, l’ultima spiaggia per chi non vuole sovraffollare la propria maglia con due ingombranti cifre.
Il 9 è un numero per veri romantici, per tutti noi che per anni abbiamo consumato di testate il nostro muro di fiducia in quanto inermi testimoni dell’ennesima stagione da MVP di Drew Brees resa inutile dall’inettitudine difensiva dei Saints della prima metà dello scorso decennio. Il 9 è anche il numero di Matthew Stafford, un Drew Brees meno celebrato e prudente con il pallone che, proprio come il collega di New Orleans, ha sprecato i migliori anni della propria carriera in una squadra costruita per tutto fuorché vincere. Poi, fortunatamente, ha avuto modo di raggiungere il proprio lieto fine.
Se siete inguaribili romantici a cui piace restarci male, questo è il vostro numero.

Decima posizione ex aequo: numero 75 (1190 AV totale)

I migliori numeri 75: Joe Greene (143); Deacon Jones (134); Lomas Brown (126); Jonathan Ogden (124); Howie Long (119); Forrest Gregg (118); Vince Wilfork (116); Jerry Mays (106); Winston Hill (105); Jethro Pugh (99).

Questo invece è un numero per persone di spessore. Ma anche un numero a suo modo spaventoso in quanto fra anni ‘60 e ‘70 “Mean” Joe Greene e Deacon Jones hanno terrorizzato gli inquilini di qualsiasi backfield della lega.
Tuttavia il 75 può vantare una rara versatilità dato che a indossarlo troviamo pure gli antidoti naturali ai Greene e Jones di turno: Ogden, Gregg e Brown sono stati infatti fra i migliori offensive tackle di tutti i tempi, gli antagonisti di coloro il cui unico obiettivo nella vita è mettere le mani addosso a un quarterback fino a fargli vedere i fantasmi. Dunque sì, il 75 va bene sia per i topi che per i gatti.
Il fatto che sia stato pure il numero di Vince Wilfork, uno dei giocatori più di culto del ventunesimo secolo, corrobora e basta quanto affermato nella prima frase: questo è un numero letteralmente pesante.

Nona posizione: numero 74 (1193 AV totale)

I migliori numeri 74: Bruce Matthews (215); Merlin Olsen (167); Bob Lilly (153); Henry Jordan (114); Ron Mix (105); Joe Staley (104); Nick Mangold (91); Steve Wallae (84); Larry Hand (82); Paul Gruber (78).

Certo che è difficile estrapolare un paragrafetto simpatico dal numero che precede quello appena celebrato.
Che dire del 74? Proprio come il 75, siamo davanti a un numero trasversale che può essere utilizzato sia da chi guadagna il pane proteggendo il quarterback, sia da chi il quarterback vuole solo menarlo.
Il 74 è principalmente sinonimo di poliedricità in quanto i suoi due più noti uomini immagine sono stati Bruce Matthews e Merlin Olsen: il primo ha ricoperto ogni posizione immaginabile lungo la linea d’attacco - eccellendo in ognuna di esse -, mentre il secondo dopo aver messo assieme una carriera da Hall of Fame ha sbancato pure come commentatore e attore.
Numero che vi consiglio se il football - o la posizione che ricoprite in campo - non è il vostro unico grande amore nella vita.

Ottava posizione: numero 17 (1198 AV totale)

I migliori numeri 17: Philip Rivers (218); Dave Krieg (138); Jim Hart (131); Ryan Tannehill (114); Steve DeBerg (109); Davante Adams (101); Harold Carmichael (101); Billy Kramer (100); Richie Petitbon (94); Josh Allen (92).

Cacio e pepe.
J.D. ed Elliot.
Brady e Gronkowski.
Un’amaca e qualcosa di bello da leggere.
Alcune cose guadagnano senso in quanto metà di una coppia e, care lettrici e cari lettori, la storia del numero 17 in NFL è un capolavoro di appropriatezza e coerenza.
Il suo esponente più illustre è stato Philip Rivers, uno dei migliori quarterback di sempre che ha concluso la carriera senza mai aver preso parte a un Super Bowl in quanto se si parla dei Chargers le cose belle non sono ovviamente un’opzione.
Dave Krieg è fra i migliori quarterback di cui non abbiate mai sentito parlare, uno condannato a esistere nell’era dei vari Montana, Marino, Elway e Kelly.
Jim Hart ha trascorso ben 18 stagioni ai Cardinals. Credo di aver detto abbastanza.
Davante Adams è stato protagonista di uno dei più grandi downgrade di tutti tempi passando da Aaron Rodgers a Derek Carr e da Derek Carr a Jimmy Garoppolo. Ahia.
E poi c’è Josh Allen, un povero Cristo che ogni gennaio esce dal campo sconfitto più dolorosamente di quanto accaduto dodici mesi prima.
Numero che porta sfortuna.

Settima posizione: numero 7 (1202 AV totale)

I migliori numeri 7: Ben Roethlisberger (208); John Elway (206); Boomer Esiason (137); Michael Vick (108); Joe Theismann (107); Ron Jaworski (103); Bert Jones (88); Ken O’Brien (87); Steve Beuerlein (80); Dan Pastorini (78).

Altro giro, altro numero da quarterback.
In questo caso ci troviamo davanti a un numero per gente che non si arrende. Che si tratti di Roethlisberger con un paio di pass rusher appiccicati alle caviglie - o anche in tribunale - o di Elway che dopo più di un decennio a inseguire un Lombardi che sembrava essere diventato chimera è riuscito a vincerne non uno ma addirittura due al termine della propria carriera: se decidi di indossare questo numero molto probabilmente il tuo film preferito è Die Hard.
Il 7 è un numero altresì problematico in quanto oltre alle già citate vicende giudiziarie di Roethlisberger troviamo quelle di Michael Vick: per non parlare di Joe Theismann, giocatore consegnato al mainstream dall’intro di The Blind Side, film basato su una storia… più problematica di quanto potessimo immaginarci.

Sesta posizione: numero 20 (1204 AV totale)

I migliori numeri 20: Barry Sanders (149); Ronde Barber (148); Brian Dawkins (142); Mel Renfro (133); Ed Reed (129); Lem Barney (122); Louis Wright (106); Gino Cappelletti (92); Deron Cherry (92); Bobby Bryant (91).

Fra i miei numeri preferiti perché sfoggiato da uno dei miei giocatori preferiti. Chi? Non offendetemi: naturalmente Ed Reed.
Indossato indifferentemente da defensive back o running back, il 20 ha trovato posto in questa classifica grazie all’estro di gente come Barry Sanders, Ronde Barber, Brian Dawkins e il sopracitato Ed Reed, tutti giocatori ineguagliabilmente spettacolari a modo loro.
Sanders è stato a mio avviso il running back più divertente da guardare di tutti i tempi, Barber ha ridefinito il concetto di longevità e fedeltà trascorrendo ogni singolo giorno dei suoi sedici anni di carriera a Tampa Bay, Dawkins ci ha dimostrato cosa succederebbe se uno scienziato pazzo fondesse in un unico giocatore un linebacker e un cornerback mentre Reed… vabbè.

Quinta posizione: numero 21 (1246 AV totale)

I migliori numeri 21: LaDainian Tomlinson (158); Deion Sanders (157); John Hadl (142); Eric Allen (129); Tiki Barber (122); Patrick Peterson (114); Eddie Meador (111); Cliff Branch (108); Frank Gore (104); James Brooks (101).

Rido.
Rido perché è la seconda volta che mi imbatto in un paio di numeri consecutivi che, in quanto tali, sono usati sostanzialmente dagli stessi ruoli.
Esattamente come il 20, il 21 è stato per decenni utilizzato da running back e defensive back, gente atleticamente superiore a chiunque e inarrestabile con il pallone fra le mani… e Frank Gore, il running back più efficace e al contempo meno spettacolare di cui io abbia memoria.
Sia quello che sia, questi sono i numeri a cui dovete rivolgervi se da bambini non aspettavate altro che l’ora di educazione fisica per umiliare i vostri compagni con un atletismo ben al di sopra della media.

Quarta posizione: numero 80 (1336 AV totale)

I migliori numeri 80: Jerry Rice (251); Steve Largent (140); James Lofton (140); Cris Carter (134); Rod Smith (129); Isaac Bruce (127); Andre Johnson (119); Irving Fryar (104); Donald Driver (96); Henry Ellard (96).

L’80 è un numero che non lascia alcun spazio all’interpretazione. Qua non c’è il minimo rischio di contaminazioni esterne, il numero 80 è stato indossato esclusivamente da ricevitori e, soprattutto, dal ricevitore.
A differenza di Tom Brady, Jerry Rice è e resterà sempre intoccabile, sospeso in un mondo a parte del quale continuerà a esserne l’unico abitante per l’eternità. Se l’evoluzione del gioco non ci porterà a sdoganare stagioni da 2500/3000 yard su ricezione, non vedo come qualcuno possa avvicinarsi ai suoi record - nello specifico qualsiasi statistica coinvolga ricezioni, yard su ricezione e touchdown.
Compendiare l’80 come il numero di Jerry Rice sarebbe profondamente ingiusto nei confronti di fenomeni generazionali come Carter, Largent e Johnson, o di maestri di consistenza come Lofton, Fryar, Bruce e Smith.
Inequivocabilmente il miglior numero possibile per un ricevitore - preferibilmente disilluso ché sperare di passare alla storia come il miglior numero 80 di tutti i tempi non ha alcun senso.

Terza posizione: numero 55 (1363 AV totale)

I migliori numeri 55: Junior Seau (195); Derrick Brooks (192); Terrell Suggs (149); Chris Hanburger (131); Wayne Walker (124); Lance Briggs (123); Lee Roy Jordan (120); Joey Porter (114); Maxie Baughan (110); Willie McGinest (105).

Se l’80 era da ricevitori, il 55 è esclusiva dei linebacker. Per carità, all’interno della posizione troviamo una certa variabilità - Seau e Brooks erano due inside linebacker, mentre Suggs e Porter giocavano sull’esterno -, ma non giriamoci attorno, questo è il numero dei linebacker.
C’è un qualcosa di inspiegabilmente armonico in un numero con la stessa cifra nelle decine e nelle unità, anche se dubito che quello dell’armonia sia il concetto più appropriato se si parla di giocatori che in un modo o nell’altro si sono consegnati alla storia grazie alla violenza dei propri placcaggi.
Mi sento sereno ad affermare che scegliere il 55 rappresenti un doveroso omaggio a Junior Seau, uomo che purtroppo la NFL ha tentato goffamente di far scivolare sotto un tappeto in quanto il suo suicidio è da imputare anche - o soprattutto? - alla CTE: nel 2012, anno in cui purtroppo si interruppe il suo cammino su questo pianeta, la lega stava ancora attraversando quell’odiosa fase di negazione per quanto riguarda l’intrinseca pericolosità di questo sport.

Seconda posizione: numero 78 (1381 AV totale)

I migliori numeri 78: Bruce Smith (229); Anthony Munoz (181); Mike Kenn (139); Bobby Bell (134); Jackie Slater (129); Richmond Webb (123); Art Shell (122); Bruce Armstrong (111); Tarik Glenn (107); Walt Sweeney (106).

Prendete 74 e 75 e ingozzateli di testosterone, deca durabolin e trenbolone: ciò che otterrete sarà il numero 78, lo stesso numero esibito con fierezza da Bruce Smith, il singolo individuo con il maggior numero di sack nella storia del gioco.
O Anthony Munoz, possibilmente il più grande offensive tackle di sempre.
O Jackie Slater, l’offensive lineman con il maggior numero di stagioni trascorse con la stessa casacca - 19 coi Rams, di cui una a St. Louis.
Ciò che maggiormente mi affascina di questo numero è il chiaro sapore di retrò intercettabile nel fatto che fra i migliori numeri 78 di tutti i tempi non ci si imbatta in nessun giocatore “contemporaneo”.
Numero intriso di romanticismo e nostalgia, perfetto per tutti i giovani vecchi di questo mondo che, fidatevi di me, sono molti più di quanti possiate credere.

Prima posizione: numero 12 (1550 AV totale)

I migliori numeri 12: Tom Brady (326); Aaron Rodgers (231); Terry Bradshaw (140); Bob Griese (138); Jim Kelly (132); John Brodie (129); Roger Staubach (127); Joe Namath (115); Joe Ferguson (106); Ken Stabler (106).

Siate onesti: ve lo aspettavate.
Per prima cosa ci troviamo davanti a un numero da quarterback - il quarto in questa classifica! - e si sa, vivendo nel mondo dei quarterback vuoi mai che il miglior numero della NFL non sia un numero da quarterback?
Il 12 non è solamente un numero da quarterback, ma pure quello indossato per tutta la carriera dal più grande - che ci piaccia o meno - giocatore di football americano di tutti i tempi, Tom Brady.
Ora vi risparmierò dall’ennesimo riassuntone della carriera di Brady, ma il suo AV di 326 supera da solo la somma di quelli di LaDainian Tomlinson e Deion Sanders. Brady è il punto d’incontro fra concetti antitetici come longevità e successo o stile e sostanza, quindi va da sé che il 12 sia un numero complicato e a suo modo artistico… due aggettivi che descrivono efficacemente lo psichedelico Aaron Rodgers, futuro volto della destra americana che però coltiva un entusiasmo per gli stupefacenti che nemmeno il più convinto frequentatore di un centro sociale può sognare.
Ma il 12 non è solo il numero di Brady e Rodgers, ma di vere e proprie leggende come Staubach, Bradshaw, Griese, Kelly, Namath e Stabler, tutti quarterback che hanno dominato le rispettive generazioni.
Ecco, sarebbe magnifico se questi signori potessero accordarsi per donare un misero Lombardi al povero Kelly che, malgrado non sia un tifoso dei Bills, avrebbe indubbiamente meritato di vincerne uno dopo averne giocati quattro. Consecutivi. Tutti persi.

So che ve lo state chiedendo: Mattia, ma qual è il peggior numero in assoluto?
Stando ai miei studi è il numero 38 (con un AV totale di 550), numero da fullback o da defensive back di riserva. Il miglior numero 38 di tutti i tempi fu il criminalmente sottovalutato Eugene Daniel, cornerback che malgrado i 38 (!!!) intercetti accumulati in carriera non è stato convocato nemmeno a un singolo Pro Bowl.
Bene, è passata un’altra settimana di offseason: teniamo duro e restiamo uniti.

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Author: Fredrick Kertzmann

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Name: Fredrick Kertzmann

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Job: Regional Design Producer

Hobby: Nordic skating, Lacemaking, Mountain biking, Rowing, Gardening, Water sports, role-playing games

Introduction: My name is Fredrick Kertzmann, I am a gleaming, encouraging, inexpensive, thankful, tender, quaint, precious person who loves writing and wants to share my knowledge and understanding with you.